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Lo spettacolo dell’atelier di teatro LaorcaLab

Un’Odissea capovolta, con un finale tradizionale e uno aperto in cui Penelope decide che forse, aspettare Ulisse per dieci anni, sarebbe stato troppo: meglio rifarsi una famiglia.

Venerdì 21 giugno, al Circolo Libero Pensiero di Rancio, sono andate in scena la fantasia e l’improvvisazione dei ragazzi dell’atelier teatrale della Casa di Quartiere LaorcaLab che hanno rappresentato “Un anno in Grecia: le peripezie capovolte di Ulisse”, grazie anche alla stimolante regia di Francesca Corti.
Un anno di avventure tra le insidie del Ciclope, delle sirene e della maga Circe ma anche un anno di lavoro per gli attori di questo spettacolo, che da settembre 2023 hanno iniziato il loro percorso con il teatro.
La regista ci spiega: «All’inizio c’è stata un’attività propedeutica, con giochi di fiducia, improvvisazione, durante i quali ognuno si è buttato portando il proprio potenziale. Ci siamo divertiti cantando, ballando e in questo modo abbiamo creato un gruppo affiatato e con grandi capacità». Il tema dell’Odissea è arrivato durante il percorso.
«Ad un certo punto, uno dei partecipanti ha recitato l’Addio Monti a braccio e da qui ci è venuto in mente il tema del viaggio e delle sirene. Poi durante la visita a una mostra sui miti greci abbiamo deciso di dedicarci a Ulisse e all’Odissea». La stesura però è stata particolare: «Siamo tornati all’origine, come nella Commedia dell’arte – continua Francesca – e abbiamo realizzato semplicemente un canovaccio, un sentiero tracciato che ciascuno ha percorso a modo suo, con personaggi appena tratteggiati che ognuno a turno poteva interpretare» I protagonisti si distinguevano solo per alcuni tratti, drappo bianco per i greci e spartani, drappo rosso per Ulisse, e d’oro per Zeus, foulard per Penelope ed Atena, che si scambiavano a seconda delle varie interpretazioni. Tanti Ulisse, tante Penelope e ciascuno con la propria specificità.

«Il teatro è un modo di vedersi nello spazio da diversi punti di è cambiare ruolo, è trasformarsi, è non giudicare. È giocare alla vita e oggi voi la vita l’avete interpretata» dice alla fine la coordinatrice Barbara Rigamonti rivolgendosi ai ragazzi.

Ripreso dal Giornale di Lecco di domenica 23 giugno.